“Mio figlio non legge. Come posso farlo leggere? Come posso fargli amare la lettura?”
Questo è un consiglio che mi viene chiesto spesso. Voglio spiegarvelo meglio che posso.
L’amore per la lettura non si insegna, in realtà. Si trasmette. Si favorisce. L’amore non può essere conseguenza di un obbligo.
Prima di tutto poniamoci qualche fondamentale domanda:
• leggere serve davvero?
• è così importante che i bambini e i ragazzi leggano?
• lettori si nasce o si diventa?
• chi e come può suscitare nei bambini la voglia di leggere: i genitori? Gli insegnanti?
Leggere serve davvero, sì. Ogni libro – che sia un romanzo, un manuale, un saggio, una raccolta di poesie – racchiude un mondo, trasmette conoscenze, sensazioni, sentimenti, storie, esperienze. Leggendo un libro si entra – in un modo o in un altro- nella vita dell’autore, nei suoi pensieri. E si può imparare. Anzi, si impara sicuramente qualcosa. A volte, in un libro c’è tutta la vita di uno scrittore; o tutto il suo mondo; o tutto quello che ha capito della vita, o di un certo argomento.
Si può vivere senza leggere? Certo! Si può vivere anche senza aver mai imparato a leggere, o a scrivere, senza aver studiato neanche un giorno. Ma si perde tutta l’esperienza degli altri, e non si sa mai che cosa ci può servire nella vita, per vivere meglio: a volte informazioni, a volte conoscenze, a volte passioni.
Sì, è molto importante che i bambini si abituino a considerare la lettura come una importante possibilità di capire meglio il mondo, ma anche un rifugio dove trascorrere le serate, i momenti di pausa; o un modo per riflettere, per divertirsi, per trascorrere momenti piacevoli. Perché – bisogna ricordarlo- un libro ti può dare moltissimo ad un prezzo che tutti possono permettersi, almeno una volta ogni tanto. Ed esistono le biblioteche, che possono prestarti i libri, se non puoi comperarli.
Ci sono cose che puoi imparare o capire solo se le leggi in un libro.
Lettori si diventa. Assolutamente. Qualcuno è portato a pensare che l’amore per la lettura faccia parte del carattere, perché magari ha due figli e solo uno ama leggere. Ma non è così. Un bambino impara a leggere se vede leggere i genitori, ma anche se i genitori considerano importante il libro come oggetto, e la lettura come mezzo per imparare. Impara a leggere se vede dei libri in casa, se riceve qualche libro in regalo, se i genitori gli leggono le favole. E non sempre chi ha due figli li educa allo stesso modo, anche se è convintissimo di farlo.
L’amore per la lettura si impara, dunque. Quando? Come? Da chi?
Sono i genitori quelli che per primi possono allevare il futuro lettore. E devono cominciare appena possibile. Poi continueranno gli insegnanti, a scuola.
Come? Ecco qualche consiglio che riguarda i bambini piccoli, ma può farvi capire che cosa è mancato ai vostri figli che non amano leggere.
Prima di tutto, andate in libreria e cercate con cura un libro per il vostro bambino. Se il bambino è piccolo, all’inizio dovete scegliere voi, ovviamente. Chiedete consiglio al libraio, se non avete esperienza di letture per bambini. Non comperate dieci libri: ne basta uno solo, cartonato. Non importa se lo mette in bocca e neanche se lo rompe. Intanto il fatto di abituarsi a tenere in mano un libro lo abitua a considerarlo come un oggetto familiare. È così che comincia a diventare un lettore.
Scegliete libri che abbiano un disegno e una parola (o breve frase) per pagina. Disegni che fanno parte della sua esperienza quotidiana: arancia, mela, pera, cane, sole, pioggia, pane, ecc. Per ora, niente trattori se non ha mai visto un trattore; niente aeroplani, niente coccodrilli, niente dinosauri. Per quei disegni, che rappresentano animali o oggetti che non fanno parte della esperienza (e quindi non lo interessano), aspettate che sia un pochino più grande.
Verso i tre anni passate ai libri cartonati “da toccare”: sono molto importanti perché sono costruiti in modo che i disegni siano arricchiti da materiali che ricordano la figura rappresentata: il bambino potrà toccare le piume del pulcino o la lana della pecora, accarezzare la pelliccia del coniglio, o la pelle del serpente. Vanno bene i libri sui colori, sulle azioni, sugli animali, ecc. Lasciate perdere i libri che vogliono insegnare qualcosa. Non cominciate a ossessionarli con “impara a contare”, impara l’inglese”, ecc. Per carità. Per insegnare a contare, a distinguere le forme, ecc. ci saranno le maestre e i maestri.
Poi cominciate a comperare libri con piccole “storie”. Può essere la descrizione di quello che fa il bambino al mattino: si lava i denti, si lava il viso, fa colazione, si veste, gioca, ecc.
Piano piano arrivate a scegliere i libri con una storia semplicissima, che racconta fatti che può vivere anche lui: la storia di una bambina che non voleva fare il bagnetto; quella di un bambino che aveva un cane, ecc.
Attenzione: non basta dare al bambino un libro in mano: bisogna guidarlo alla scoperta, indicando con il dito i disegni, imitando suoni o versi, facendo facce buffe. È così che il bambino comincia ad amare i libri: divertendosi con la mamma, il babbo, la nonna, la zia che gli leggono il libro, che fanno esclamazioni. È molto importante trovare il tempo per vivere insieme al bambino questi momenti. Sono momenti molto belli, durante i quali si crea un’intimità che ricorderete sempre. Ricordate che il tempo che “perdete” adesso lo guadagnerete quando sarà più grande, se – come credo – leggerà e studierà volentieri.
Non lo riempite di attività fuori casa. Non dategli giochi elettronici e non lo lasciate davanti al televisione e al cellulare “perché non si annoi”.
Deve annoiarsi. Deve imparare a stare anche in casa; deve imparare a stare solo con se stesso. Deve scoprire che si può uscire dalla noia ed entrare in un mondo pieno di cose divertenti, interessanti o fantastiche attraverso un libro.
Quando comperate un libro per un bambino, fate moltissima attenzione alle parole del testo. Non comperate libri in cui si usano parole difficili. Frasi come “il pizzicagnolo si recò alla bottega” vi devono fare immediatamente scartare il libro. Parole semplicissime, immagini chiare e colorate, storie divertenti.
Man mano che si avvicina il momento in cui impareranno a giocare, i libri adatti saranno sempre più lunghi. Ma ci sono dei concetti che non dovrete mai dimenticare. Il primo in assoluto è questo: la lettura è un piacere.
Rendete piacevole il momento della lettura e sarete sulla buona strada. Il momento migliore (ma non l’unico) per leggere un libro a un bambino è la sera, quando lo mettete nel suo lettino: i bambini adorano sentirvi leggere, anche se non leggete come un attore. Vorrà ascoltare e riascoltare sempre la stessa favola, la imparerà a memoria e se cercherete di barare saltando una pagina se ne accorgerà subito e sarete costretti a tornare indietro. Quando avrete finito vi dirà “rileggimela, dai!” e voi, stanchi sarete tentati di dire “No, per carità, basta con il gatto Ernesto!”. Ma resistete. Fatelo contento, leggendogli ancora una pagina e promettendo che leggerete il seguito il giorno dopo.
È così che nasce un lettore.
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