Il Biotestamento è finalmente legge!
La sostanza di tutto mi sembra che si possa sintetizzare così: ognuno potrà scegliere se essere massacrato dalle cure perché “bisogna tentarle tutte”, o andarsene prima, decidendo di lasciar fare alla natura, senza tentare nulla.
Io ho sottoscritto venticinque anni fa un Documento di autodeterminazione redatto dal Comitato di Bioetica per scegliere se e quanto procedere con le cure, nel caso che io non potessi più rispondere. L’ho fatto dopo un ricovero di un mese per problemi durante la gravidanza. Tutti i medici che passavano aggiungevano e toglievano qualcosa e mi è stato fatto un numero assurdo di iniezioni. Nello stesso reparto, un medico passava e in sostanza cambiava la cura perché evidentemente non era d’accordo con la cura prescritta dal medico precedente. E così via. Appena uscita mi sono chiesta: “Ma se per le complicazioni di una gravidanza mi hanno massacrato così di cure e controcure, chissà che cosa mi farebbero se avessi qualcosa di veramente grave!” E ho deciso di sottoscrivere il Documentato di autodeterminazione, pur sapendo bene che non avrebbe avuto valore legale.
Adesso il valore legale ce l’ha. Appena potrò, il più presto possibile, sottoscriverò il mio Biotestamento*. Lo faccio con grandissima soddisfazione. Da oggi mi sento più libera. E ringrazio Marco Cappato e tutti quelli che con lui in questi (troppi) anni hanno combattuto per noi e per il nostro diritto di decidere almeno a quali cure sottoporci.
Il Biotestamento è solo una questione di civiltà (che fino ad oggi non c’era).
Essere contro il biotestamento e contro le leggi sul suicidio assistito e sull’eutanasia è solo bigottismo. Ed è un sopruso bello e buono, secondo il mio punto di vista. E ognuno può avere il suo punto di vista, ma non deve avere la possibilità di imporlo agli altri. Nessuno impone il Biotestamento a chi non lo vuole. Tutti quelli che sono contrari al Biotestamento, sono liberissimi di non sottoscriverlo. Ognuno deve essere libero di decidere di prolungare la sua vita (e sottolineo sua) sottoponendosi a tutte le cure, anche le più invasive. Ma nessuno deve obbligare un altro a farlo.
Se un giorno – come spero- anche in Italia ci sarà la possibilità di decidere il proprio ( e sottolineo il proprio) fine vita, sottoscrivendo le Dichiarazioni anticipate di trattamento non solo per le cure, ma anche per il suicidio assistito, e per l’eutanasia, saremo davvero liberi.
Durante la vita possiamo essere liberi o oppressi.
Sarebbe bello che almeno alla fine della vita fossimo tutti liberi.