Sala professori del Liceo Da Vinci di Firenze. (da internet)
Il nuovo anno scolastico comincia in tutte le scuole ufficialmente l’1 settembre, anche se in realtà gli insegnanti delle scuole superiori sono già al lavoro da giorni per la conclusione dell’anno scolastico passato. Dal primo giorno utile di settembre nelle scuole si lavora per organizzare le attività di tutto l’anno scolastico, e per prepararsi ad accogliere gli alunni. Lo dico per chi sta leggendo e non lo sa.
Desidero augurare a tutti gli insegnanti un buon anno scolastico.
A quelli che non sanno se verranno chiamati auguro di ricevere presto la chiamata che desiderano.
A quelli che siederanno in cattedra finalmente “di ruolo” ricordo che un insegnante supplente è uguale a uno di ruolo. Lo ricordo anche a chi è di ruolo da tempo. Il rispetto reciproco è particolarmente importante nel nostro lavoro.
Cari colleghi, lo so come vi sentite. Le vacanze sono finite e non siete abbastanza riposati. Vi ci voleva ancora un po’ di riposo per affrontare tutto quello che vi aspetta, lo so. Gli altri non sanno che cosa vuol dire insegnare, ma io sì. Non pensiamo alle persone che credono che il nostro sia un lavoretto rilassante, e che oltretutto abbiamo tre mesi di ferie. Lasciateli parlare. Non possono capirlo, ed è perfettamente inutile cercare di spiegarlo. Pazienza. Continuate a fare del vostro meglio.
Questo è un lavoro dove tutti finiscono e ricominciano insieme.
A settembre ci si ritrova. Si arriva a scuola un po’ prima per salutarsi. Ci si abbraccia e ci si bacia. Si fanno battute. Si finge disperazione. Qualcuno porta un dolce fatto in casa, o una specialità dalla sua città di origine. Si scherza sui chili presi e sulle diete non fatte. Le discussioni e le incomprensioni di fine anno sono ormai lontane. Comincia un nuovo anno scolastico.
Presto si torna alla realtà, che è quella del Collegio dei docenti di inizio d’anno, dove si definiscono tutti gli impegni e le riunioni per i primi giorni, quelli che precedono l’inizio delle lezioni. Il dirigente parla, propone, chiede, ricorda, dà il calendario degli impegni, e poi assegna gli incarichi.
So come vi sentite: un po’ smarriti perché durante l’estate avete fatto un viaggio, o avete fatto tutt’altro (marmellate, passeggiate, dormite sotto l’ombrellone, aperitivi, letture, ecc) e lì per lì vi sembra di non ricordare più nulla. Ma la sensazione di smarrimento passa presto e lascia il posto all’entusiasmo, ai buoni propositi e alle speranze individuali: quest’anno voglio fare meglio tutto. Voglio distribuire meglio il lavoro, voglio proprio dedicarmi al progetto a cui penso da due anni e che non sono riuscito a fare, voglio lavorare con i miei colleghi a quell’altro progetto, voglio cominciare con il piede giusto con la classe difficile, voglio impostare bene il rapporto con i nuovi alunni, ecc. E qualcuno, al pensiero delle classi e degli alunni difficili si lascia sopraffare da un senso di ansia: ce la farò? E se quando entro mi mancano di rispetto? E se mi prendono in giro? Come saranno le nuove classi? Ci saranno alunni difficili?
E poi: spero che il dirigente non mi carichi di impegni, spero di trovarmi bene con i nuovi colleghi, spero di non avere discussioni con nessuno, ecc.
Cari colleghi, vorrei farvi qualche raccomandazione.
- Dosate le vostre forze. Quando c’è la distribuzione degli incarichi considerate che fra poco non sarete più così pieni di energia: state attenti a non accettare troppi incarichi. Ripensate all’anno precedente, quando eravate sotto grande stress perché non riuscivate a fare tutto. I progetti possono essere interessanti e utilissimi, ma non sono indispensabili: lasciate un po’ di lavoro anche a qualche collega di quelli che evitano il più possibile. Parlate apertamente: “Fallo tu che non hai nessun incarico”. Dimenticate il solito “Lo farò io perché altrimenti non lo fa nessuno”. Non lo vuole fare nessuno? Pazienza! Se nessuno può farlo, quest’anno non si farà. Non siete obbligati a fare nulla che non sia dovere di tutti, nessuno escluso (è il momento di aggiornarvi sulle leggi).
Ci sono due priorità assolute: la vostra salute e il tempo da dedicare a insegnare agli alunni. - Siate consapevoli del fatto che tutti sbagliamo: non vi disperate se sbagliate; l’importante è essere capaci di riparare agli errori. Non vi stancate di studiare. Soprattutto se siete nell’anno di prova.
- Dite sempre quello che pensate: agli alunni, ai genitori, ai colleghi, al dirigente. Solo se si parla chiaramente e con rispetto ci si può capire e si può lavorare bene insieme.
- Non coprite con il silenzio i colleghi che non insegnano, che trattano male i ragazzi, che sono pessimi educatori. Dite loro in faccia che devono smetterla. E se non basta, andate dal dirigente e informatelo. Ricordate che i pessimi insegnanti sono pochi, ma si notano più di tutti gli altri, e screditano l’intera categoria. Il silenzio in certi casi è omertà, è complicità, è connivenza.
- Ricordate sempre che i genitori spesso sono aggressivi perché sono prevenuti: sono il frutto della campagna denigratoria nei nostri confronti che dura da molti anni. Spiegate loro meglio che potete e con pazienza quello che non capiscono e che mette loro paura. Andate loro incontro, anche se all’inizio del colloquio il loro atteggiamento è aggressivo. Non permettete loro di mancarvi di rispetto neanche minimamente, ma nello stesso tempo rendetevi conto che per rispettare loro dovete spiegare bene quello che non capiscono. Con calma, e sorridendo.
- Leggetevi bene le leggi: i vostri diritti, ma prima di tutto i vostri doveri. Non vi fidate del “sentito dire”. Non vale nulla. Documentatevi. Vedrete che in questo modo avrete le idee chiare e molte più possibilità di andar d’accordo con tutti. Anche con il dirigente.
Vi auguro un buon anno scolastico, senza stress, senza bastoni fra le ruote, senza lavoro inutile inventato dal politico di turno, senza problemi grossi.
Per il resto, io sono qui, se posso aiutarvi. 😊