Tatiana mi scrive:
“Buonasera, sono Tatiana, un’insegnante di scuola primaria di ruolo, di 33 anni. Insegnare è sempre stato il mio sogno da quando ero bambina e per svolgere questo lavoro ho studiato molto: laurea in Scienze della Formazione Primaria, specializzazione sul sostegno e superamento concorso ordinario. Ho fatto per molti anni sostegno e quest’anno per la prima volta ho la mia classe. E’ una classe quinta a tempo pieno che condivido con una collega di circa cinquant’anni. Si tratta di una classe che ha la fama di essere difficile. Purtroppo conoscendo il mio carattere timido e riservato ero ben consapevole delle difficoltà di gestione della classe a cui andavo incontro, perciò ho letto il suo libro e seguo con molto interesse i post che pubblica in internet. Il fatto di sapere di non essere l’unica ad avere problemi nella gestione della classe mi consola un po’.
Mi sto impegnando al massimo per creare lezioni interessanti, con esperimenti e utilizzando dei siti che propongono attività, gare e quiz matematici pur avendo a disposizione pochi computer e mal funzionanti.
Purtroppo nonostante il mio impegno sono molto demoralizzata perché i ragazzi non hanno con me lo stesso comportamento che dimostrano con la collega. Io ho poi 3 pomeriggi fino alle 16 e torno a casa distrutta e a volte ho voglia di piangere. Mi sembra che la situazione mi stia sfuggendo di mano…
Alcuni bambini mi prendono in giro perché parlo troppo veloce, si permettono di giocare con delle trottoline mentre sto spiegando, se mi arrabbio perché non scrivono mi rispondono in malo modo, a volta urlandomi contro dicendo che è colpa mia che vado troppo veloce (non è vero perché tutti hanno copiato tranne quelli che ho richiamato), qualche volta si alzano per andare a chiedere qualcosa ai compagni, oppure parlano a voce alta mentre spiego, prendendomi in giro. Mi contestano i voti: ‘Perché hai messo dieci a uno che ha fatto un errore? ’ Spiego che dipende dalla tipologia di prova, che era difficile quindi sono stata più alta…Tutto il mio entusiasmo si spegne di fronte a questi comportamenti e pretese. Comunque uno dei ragazzini che più si lamentano è figlio unico, a casa comanda lui, è stato dalla psicologa in prima e anche lo scorso anno… però quando comincia a contestare lui, anche altri facilmente influenzabili lo seguono.
Ieri ci siamo spostati in aula LIM e alcuni si sono messi a maneggiare e lanciare oggetti che erano in quest’aula, qualcuno è andato sotto al tavolo…uno ha fatto cadere l’astuccio di una compagna di proposito. La vicaria è venuta a richiamare la classe e una mamma poi ha chiesto spiegazioni visto che la figlia ha riferito che il compagno le faceva i dispetti.
A volte mi chiedo perché pur impegnandomi al massimo faccio fatica a farmi ascoltare. Me lo ha detto un bambino: con l’altra maestra non fanno così. Infatti la collega mi ha riferito che con lei ora lavorano bene.
Ho parlato con la mia collega facendo presente che sono scoraggiata... Oggi mi ha suggerito di rimanere pure fuori a preparare qualche lezione, e quando dopo un po’ sono entrata per caso in classe a portare dei quaderni, ho capito perché: stava parlando ai bambini di me… Mi ha deluso molto, perché non mi piace che parli di me ai bambini quando non ci sono. Quando sono entrata ha invitato i bambini a esprimere le loro lamentele. Alla fine ha aggiunto “Vediamo come vi comportate i prossimi pomeriggi con la maestra Tatiana”. Se non fossi entrata? Poi naturalmente è logico che i bambini vedano lei come punto di riferimento e me in secondo piano.
Cosa posso fare? Con la mia laurea non ho altri sbocchi lavorativi, se qualcuno mi avesse detto che non ero adatta per questo lavoro probabilmente avrei cambiato strada prima... ho paura di essere richiamata dalla Preside e non riuscire a terminare l’anno scolastico. Il suo libro dovrebbe essere letto quando si studia per diventare insegnanti… invece ho dovuto cercarlo io, in preda allo sconforto…
Vorrei tanto diventare una brava insegnante, non pretendo complimenti, solo rispetto.”
Vorrei che tutti leggessero questa lettera: giovani che stanno pensando di diventare insegnanti e credono che si tratti solo di spiegare e interrogare, insegnanti alle prime armi, insegnanti con esperienza, che hanno come colleghi giovani insegnanti in difficoltà, genitori che stanno educando i loro figli senza tener conto del fatto che poi andranno a scuola, e tutti quelli che giudicano gli insegnanti senza avere la minima idea di quello che significa l’insegnamento. Nell’attesa della risposta che darò a Tatiana, fatevi un’idea, soprattutto riflettendo sulle frasi che ho evidenziato con il grassetto.
Continua…