Ho pubblicato il mio primo romanzo su AMAZON l’8 maggio, che un tempo era il giorno fisso della Festa della Mamma.
Volevo che fosse disponibile per il 14 Maggio.
Quando leggerete il libro ritornate a leggere questo articolo.
Quando ero piccola, per la Festa della Mamma, la maestra mi faceva fare un disegno con cuori e rose, dichiarazioni di amore filiale e la promessa di essere ubbidiente.
Poi, da adolescente, facevo qualcosa con le mie mani: una presina, una scatolina decorata, un quadretto. E un bel bigliettino che prendevo in cartoleria, di quelli con il disegno di un coniglietto con su scrittto “Ti voglio bene, mamma”.
Mio padre mi dava i soldi e comperavo anche un mazzo di fiori, che poi le regalava lui.
Da giovane le portavo un regalino – qualcosa per la casa, o una crema per le mani o l’acqua di colonia 4711- accompagnato da un bigliettino in cui scrivevo “Tanti auguri, mamma!”
Quando sono diventata anch’io una mamma, ci facevamo gli auguri a vicenda, e lei era sicura che finalmente avevo capito che cosa significava essere mamma.
Poi mia mamma è diventata vecchia e ogni anno le facevo qualcosa che le piaceva in quel momento. Nell’ultimo anno della sua vita le ho regalato un bellissimo carillon, di quelli un po’ kitsch con la scatolina nera e la ballerina che gira, perché i suoi gusti si erano molto semplificati, e sapevo che le sarebbe piaciuto.
Adesso che mia mamma non c’è più, ogni anno, per la festa della mamma, prendo la sua foto, la metto di fronte a me, sulla scrivania, e le dico con il pensiero qualcosa così: “Cara mamma, è la tua festa. Ti faccio tanti auguri, ovunque tu sia. Mi sembra ancora così strano sapere che tu sei via e non so dove sei. Se tu fossi qui, ti porterei un bel mazzo di piccole rose bianche, di gerbere arancioni e di fresie gialle, bianche, blu e rosse. Poi ce ne andremmo a spasso e ti porterei in un bel caffè all’aperto. Tu potresti prendere un gelato nocciola e panna e io un caffè macchiato in tazza grande. Staremmo così, tu ed io, a guardare la gente che passa, come facevamo sempre. Ti racconterei le ultime novità, tu mi daresti i tuoi consigli di mamma e io li ascolterei paziente, anche senza condividerli. Poi scherzeremmo un po’ su qualcuno che passa, come quando eravamo molto più giovani, tu ed io, e ci piaceva ridere di qualsiasi cosa. Infine ti riporterei a casa e direi ‘A domani, mamma’. Tu mi diresti, come sempre, ‘Vai a fare da mangiare che non devi fare aspettare tuo marito e tuo figlio.’ Tanti auguri, mamma. Ti voglio tanto bene.”
È la festa delle mamme, anche delle mamme che non ci sono più.
Ecco il libro su Amazon. Leggetelo e fatemi sapere.