I regali non danno la felicità. Né agli adulti né ai bambini.
La felicità si dà con l’affetto, con l’amore, con l’attenzione, con il tempo che si dedica alle persone (mogli, mariti, amici, compagni di vita, sorelle, fratelli, nonni, nipotini, anziani tutti).
Pensare che gli oggetti possano rendere felici le persone è un’idea figlia del consumismo.
Adesso che forse state pensando ai regali chiedetevi sempre “Ma è il caso?”. Soprattutto se fate dei regali ai bambini.
E – mi rivolgo soprattutto alle donne- vigilate perché alle vostre bambine non arrivino regali che le inchiodano al ruolo di “donnina di casa”, di futura “mogliettina a cui toccano i lavori di casa”. E anche che ai vostri bambini non vengano regalati giochi che li inchiodano al ruolo di macho, di “questo è da maschio”.
Non regalate pantaloni, gonne e magliette. ai bambini (giustamente) non interessano, perché in realtà sono regali per voi genitori. E se interessano ponetevi delle domande.
Se alla vostra bambina piace un camioncino e al vostro bambino una bambola, abbiate il coraggio di accontentarli. Non è con i giocattoli che “si diventa gay o etero”, credetemi.
Non rendete i bambini dei futuri consumatori: non state facendo contenti loro, ma le aziende che producono giocattoli, che vi dicono di comperare e voi eseguite.
Pensate a qualche attività da fare con loro o per loro, come regalo di Natale: portateli a vedere gli animali di una fattoria didattica; organizzate una festicciola con un mago, con un burattinaio.
È così che si fanno le rivoluzioni. I cambiamenti importanti nascono da piccoli atti di coraggio.
Un sassolino può creare una valanga. Ed è una valanga di ribellioni, quello che oggi può rendere migliore la società.
Altre mie riflessioni su questo argomento potete trovarle su IL LIBRAIO