Naturalmente, le “Lezioni” che hanno come unico scopo quello di stupire, servono a fare in modo che gli alunni vi percepiscano come persone in grado di stupirli: persone che possono incuriosirli, che conoscono cose interessanti. E se ci riuscite, otterrete di far pensare loro che se conoscete quella certa cosa (video, o lettura, o altro) chissà quante altre conoscete, e, perciò, che meritate di essere ascoltati. L’autorevolezza passa anche da questo. Non si tratta di “divertire” gli alunni, perché non siamo né animatori né pagliacci, ma di interessarli, di far loro provare delle emozioni e- alla fine- il piacere grandissimo della scoperta. E come capirete se ci siete riusciti? Non perché stanno in silenzio – perché il silenzio si ottiene anche con una noia mortale- ma perché vedrete lo sguardo inequivocabile di chi ha scoperto qualcosa.
Queste lezioni non sono mai una perdita di tempo, come molti pensano (genitori e spesso anche colleghi): sono invece la premessa per conquistare i ragazzi e diventare per loro dei punti di riferimento, soprattutto dal punto di vista culturale. Pretendere che i bambini e i ragazzi si interessino alla grammatica, alla poesia, alla Storia, alla geometria senza che capiscano perché la stanno studiando, o pretendere che studino per il voto, o per far contenta la mamma o per non fare arrabbiare il babbo è pretendere troppo. E dato che ci sono molte situazioni in cui è difficile spiegare e fare capire perché devono studiare una qualcosa che magari appare come molto noiosa e difficile, bisogna cercare di diventare delle guide, persone che “se dice che devo stare attento, mi fido e lo faccio”. L’autorevolezza nasce da un insieme di fattori, fra i quali la capacità di stupire e di interessare (soprattutto, ma non solo) attraverso la cultura è uno del principali.
Ognuno di voi deve trovare qualcosa che sia stupefacente anche senza spiegazioni, e proporre quello ai suoi alunni. Questi mezzi per suscitare stupore devono essere scelti in base all’età, agli interessi di quella classe, di quei bambini, di quei ragazzi e, se si tratta di ragazzi delle superiori, in base al tipo di scuola che frequentano. E devono essere immagini, video, storie, ecc. che piacciono moltissimo a voi. Perché l’entusiasmo si trasmette. Gli esempi che faccio sono quelli che ho scelto io, e che penso che possano andare bene per molti. Quello che conta è il concetto.
Bisogna ricordare che, come si trasmette l’entusiasmo, si trasmette anche la noia. Tutti noi insegnanti ci siamo accorti che se un argomento non piace o non interessa a noi non interessa neppure a loro.
Ricordate: queste “Lezioni” non devono essere spiegate. Solo in un secondo momento uno può utilizzare lo stesso video per fare una lezione. Per esempio, io utilizzerei “La storia del mondo in due minuti” per chiedere ai mie alunni di fare una sintesi orale o scritta per spiegare le immagini.
Ecco qualche altro video.