È inutile che il MIUR continui a parlare di inclusione se poi permette di inserire addirittura nel suo sito affermazioni palesemente classiste per poi fare dichiarazioni scandalizzate ai giornalisti (la Ministra dell’Istruzione Fedeli: “Inaccettabili le pubblicità classiste dei licei”).
Evidentemente nessuno al Ministero legge i RAV (Rapporto di autovalutazione) ricevuti dalle scuole prima di inserirli sul sito del MIUR. Grave.
Evidentemente la Ministra dell’Istruzione deve venire a sapere le cose dai giornali. Più che grave.
Evidentemente ci è stato finalmente certificato (RAV, appunto) quello che sapevamo già da sempre: continuano a esserci scuole classiste (quando non razziste), sia pubbliche che private, in molte parti d’Italia. Gravissimo.
Evidentemente non ci si preoccupa più neanche di eventuali accuse di classismo, quando si scrive, e perciò si scrive proprio – e direi sfacciatamente – quello che si pensa. Ottimo, così finalmente è venuta alla luce una realtà che finora di diceva solo nei corridoi e un pochino a bassa voce.
Evidentemente se fosse stato per il Ministero, se i giornalisti non avessero fatto esplodere il bubbone la situazione avrebbe continuato a rimanere immutata. Gravissimo.
Evidentemente il Ministero ha bisogno che scoppino gli scandali per mandare degli ispettori in certe scuole. Gravissimo.
(Apro una parentesi per dire che se, per caso, qualcuno del Ministero leggesse questo mio articolo, per favore faccia sapere alla Ministra dell’Istruzione che mi offro io per segnalarle le problematiche che avrebbero bisogno di Ispettori mandati di corsa nelle scuole, così potrebbe risparmiare tempo. Purché poi gli Ispettori facciano qualcosa, quando toccano con mano i problemi, altrimenti qualcuno potrebbe dire che è solo una presa per i fondelli).
Evidentemente i dirigenti dei licei sotto osservazione, che in questi giorni stanno inutilmente arrampicandosi su specchi scivolosissimi, affermando che non è vero… che non intendevano dire… che il loro liceo include eccome…che se avessero avuto più parole a disposizione…che non era pubblicità, ecc. credono che nessuno di noi sappia leggere quello che hanno scritto e che nessuno sappia distinguere i presunti “meri dati” dalle frasi dalle quali trasuda copioso l’orgoglio di presentare come ottime delle classi, in sostanza, “senza stranieri, senza figli di poveracci, senza ragazzi con disabilità (non saprei dire quale cosa mi sembri più grave)”. Che sia vero o no, poco importa. Importa che abbiano ritenuto che una scuola così sarebbe stata considerata una scuola di eccellenza. Gravissimo.
Una Scuola classista non rispetta l’art. 3 della nostra Costituzione.
È inutile che il MIUR sottolinei continuamente (e ci bombardi di circolari, disposizioni e ci spinga a corsi di aggiornamento su questo) che la Scuola “deve essere inclusiva, capace di rispettare e valorizzare le differenze. Una scuola dove nessuno si senta escluso e dove tutti i ragazzi possano (indipendentemente da provenienza e condizioni) essere formati a diventare cittadini consapevoli.” e poi tolleri scuole “depurate”. Una scuola può essere inclusiva, giusta ed eccellente solo con risorse almeno il doppio di quelle attualmente disponibili. E la prova sono quei licei, che hanno apertamente scritto, o lasciato chiaramente intendere, che sono i genitori (ricchi) che le finanziano.
Spero che la Ministra dell’istruzione e il Governo tutto si rendano conto che la Scuola pubblica così com’è, e tutti i discorsi sull’inclusione, sull’uguaglianza, sull’accoglienza a questo punto sono solo aria fritta, e sono un’enorme presa per i fondelli. E i fondelli non sono solo quelli degli insegnanti che lavorano nelle scuole, che faticano, che si usurano, e che vengono trattati dallo Stato e dalla gente come zerbini, e che adesso vengono anche accoltellati, presi a calci e pugni e mandati all’ospedale con le costole rotte, ma sono anche quelli dei genitori, ai quali viene fatto credere che, se i loro figli si trovano male, la colpa è degli insegnanti fannulloni e incapaci (e non delle risorse che mancano e di tutti i bastoni fra le ruote che vengono messi proprio da chi governa e amministra tutto).
Ci sono scuole che andrebbero chiuse. E non parlo soltanto di licei. Parlo di scuole di ogni ordine e grado, dalla materna alle superiori.
Gli ispettori dovrebbero essere mandati a sciami come cavallette in tutta Italia per verificare che in ogni scuola ci siano più o meno le stesse percentuali di alunni stranieri, di alunni con disabilità, di alunni di estrazione sociale bassa, media o alta che ci sono in quella città o zona della città. E quando gli ispettori trovano una scuola senza stranieri e senza alunni con disabilità, o dove ci sia, in qualsiasi forma, l’obbligo per le famiglie di tirare fuori dei soldi in più (per un miglioramento dell’offerta formativa) quella scuola deve essere chiusa.
Se la Legge è uguale per tutti, tutti devono essere uguali davanti alla Legge, anche se sono diversi (diversamente abili, diversamente ricchi, diversamente bianchi, diversamente cattolici, diversamente sani, diversamente italiani).
E dire che “siamo tutti uguali davanti alla Legge” non significa che siamo tutti uguali, perché non lo siamo. Significa però che dobbiamo avere le stesse opportunità, indipendentemente dal sesso, dalla razza, dalla lingua, dalla religione, dalle opinioni politiche, dalle condizioni personali e sociali. E ci aggiungo che non significa che tutti abbiamo le stesse capacità, predisposizioni, la stessa salute, la stessa forza fisica ecc. Non significa che tutti devono diventare ingegneri o medici. Ma significa che non deve esserci un ragazzo che può diventare scienziato e non gli viene permesso perché è in qualsiasi modo diverso.
E non significa neanche che tutti devono essere obbligati a studiare e tenuti a forza in classi strette, a studiare cose che nulla hanno a che vedere con le loro reali capacità. Una Scuola deve prevedere scuole di eccellenza anche per chi vuole imparare un mestiere.
“Essere uguali” significa che ognuno deve essere aiutato a dare il suo massimo, anche se non proviene da una famiglia benestante. E significa che chi ha delle difficoltà non deve essere lasciato indietro o spazzato via come presenza molesta, ma deve essere aiutato a diventare parte integrante e importante della società.
“Se si perde loro (gli ultimi) la scuola non è più scuola. E’ un ospedale che cura i sani e respinge i malati”.
Lo disse Don Milani e lo ricordo qui io, che – non a caso – ho scelto “Milani” come pseudonimo.
Una Scuola è “buona” solo quando è giusta, uguale per tutti, e quando il suo ruolo viene considerato importantissimo nella società. E (di conseguenza) quando tutti sono concordi nell’assegnarle moltissime risorse.
Una Scuola è “cattiva” quando è ingiusta, quando è classista, quando è razzista, quando esclude. E (di conseguenza) quando la si tiene in piedi puntellandola come un palazzo pericolante in attesa di essere abbattuto.
Se esiste un articolo 3 della Costituzione, bisogna che venga rispettato. Assolutamente. Altrimenti non siamo un Paese civile. Altrimenti siamo ufficialmente una nazione di bugiardi. E a nessuno (politici compresi, o politici soprattutto) dovrebbe essere permesso di affermare concetti contrari alla Costituzione.
Sarebbe già un enorme passo avanti per l’Italia se venisse rispettato l’articolo 3 della nostra Costituzione.